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Gioielli dalle parole destinate al macero

di Simona Pacini

“Hai mai indossato un dizionario?”. La domanda è di quelle che incuriosiscono, non c’è che dire, anche se è facile intuire che si tratti di un interrogativo quantomeno metaforico.

Però un fondo di verità c’è. E’ quella che fa sì che un gruppo di artigiani, uniti sotto il nome L’atlante dei bottoni, piccola casa di gioielli fatti a mano con base a Roma, lavori per “recuperare vecchi dizionari e libri ormai in disuso per dare loro nuova vita trasformandoli in accessori unici dal gusto retrò”.

Perché, si sono chiesti, buttare via tante parole belle che hanno il potere di suscitare gioia, allegria e affetto? Così hanno recuperato vecchi dizionari e libri scolastici destinati al macero e, con infinita pazienza, hanno riutilizzato le parole più belle trasformandole in accessori da indossare.

Le singole definizioni di ogni parola vengono selezionate da dizionari dell’800 e degli inizi del ‘900, sono poi ritagliate e quindi riassemblate per venire associate a uno sfondo proveniente da testi scolastici, manuali di storia dell’arte o enciclopedie.

Oltre ai medaglioni da appendere alle collane, L’atlante dei bottoni produce bracciali, anelli, gemelli e segnalibri. Ogni pezzo inoltre è unico, non riproducibile e realizzato con frammenti originali, “frutto di una filosofia di vita che rende centralità a oggetti percepiti come materiali di scarto ma di altissimo valore storico e culturale”.

I materiali sono semplici: lega metallica anallergica, vetro e carta.

Di esempi se ne possono fare all’infinito. C’è il medaglione con vento, oppure soffio, o intervallo fra le onde del mare. Ma si può scegliere anche sereno, in calma, splendere, amore, desiderio. Tutte parole selezionate accuratamente per il loro significato così che chi le indossa possa trovare nel gioiello anche il simbolo di una forza, di un sentimento. Un vero e proprio messaggio, un’idea che si rivela particolarmente utile nel caso si desideri fare un regalo originale a una persona speciale o si voglia semplicemente tenere con noi un accessorio con una parola che ha un significato in cui ci riconosciamo o nel quale cerchiamo ispirazione, quasi fosse un mantra.

La scelta è vasta. Ci sono parole singole o arricchite dalla traduzione o dalla definizione, come accade nei veri dizionari. Qualche altro esempio? Vocaboli in greco antico con annessa traduzione, dal significato di perseverare, il futuro, il cominciar della notte, mania del non poter star fermi in un luogo. Oppure risarèlla, voglia di ridere irrefrenabile.

Oltre ai ciondoli per collane L’atlante dei bottoni produce anche anelli, su cui risaltano parole come temeràrio, ardito, audace. O definizioni: hurrà, esclamazione di gioia, evviva; già, che indica per lo più fatto compiuto; to Mend, correggersi, migliorare; costànte, fermo, stabile, perseverante. Poi ci sono i bracciali (con equilibrio, stato dei corpi messi in bilico, compenso di forze; contentezza, soddisfazione dell’animo al vedere o udire cosa grata), gli orecchini (sogno, realtà; sotto sopra; falco; tulipano; amico fragile), gemelli, spille e perfino segnalibri con tanto di righello su cui sono impresse le parole libertà, ricordo, perché, pensièro, senso oppure voltàre, pagina; rosmarino (labiate) con il disegno della pianta aromatica; dòmino; narciso; méno màle; inizio, fine.

Tùdhu è invece l’handmade store romano in Campo de’ Fiori che rivende le produzioni artigianali  dell’Atlante dei bottoni. Altri rivenditori si trovano in Sardegna, ma chi fosse interessato ad accaparrarsi qualcuno di questi pezzi unici e non riproducibili può acquistarli in tutta sicurezza anche sul sito www.latlantedeibottoni.com dove godere, se è fortunato, anche della promozione con spedizione gratuita.

Noi abbiamo incontrato L’atlante dei bottoni all’83esima Mostra dell’Artigianato di Firenze, in Fortezza da Basso, per l’edizione 2019, quella che è stata al centro di numerosi dibattiti per aver ridimensionato il numero degli espositori puntando esclusivamente sull’artigianato vero, escludendo quindi le attività più commerciali che si erano fatte strada negli anni precedenti.

I ragazzi che creano gioielli con le parole dei vecchi libri avevano lo stand nel padiglione Ghiaie, quello dedicato ai temi di Ecologia e Recupero.

Poco distante, in un altro stand, Antonella Canali, restauratrice di libri antichi, esponeva le proprie creazioni, disegni colorati utilizzando come base vecchie pagine di un vocabolario di greco antico.

Un altro modo di rispettare e riutilizzare i vecchi libri in disuso, anche questi destinati al macero o a finire impolverati nell’angolo di un magazzino, dando così nuovo valore alle parole importanti che questi continuano a racchiudere.

Anche l’attività di Antonella, con sede in via Grevigiana a Figline Valdarno, in provincia di Firenze, che non si limita alla sola pittura, si può consultare su internet al sito www.lizziemargherita.it.

(7 giugno 2019)

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