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Guida per genitori che amano i libri… di Gianni Rodari

di Luigi Pratesi

Ti piace scrivere? Vorresti che i grandi scrittori ti svelassero i loro segreti?

Gianni Rodari non è solamente uno scrittore, è anche un pedagogo, un giornalista, un poeta e – soprattutto – un uomo capace di far volare alta la fantasia. Un medico della creatività che non ha bisogno di presentazioni. Lui, di segreti, ne ha svelati tanti, proponendo nei suoi libri anche molti esercizi pratici che stimolano l’ispirazione, l’originalità e la creatività.

Oggi, però, vogliamo parlarvi non tanto di quello che si deve fare per scrivere, ma di quello che non si deve fare: scoraggiare nei bambini il desiderio di leggere.

Nell’ottobre del 1964 (ben 58 anni fa!) usciva – sul “Giornale dei Genitori” [GdG. 64. n.10/00] – un articolo dal titolo “9 modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura. Questi consigli sono oggi confluiti nel libro Scuola di fantasia. Vediamoli assieme:

  1. Presentare il libro come un’alternativa alla TV
  2. Presentare il libro come un’alternativa al fumetto
  3. Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più
  4. Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni
  5. Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura
  6. Trasformare il libro in uno strumento di tortura
  7. Rifiutarsi di leggere al bambino
  8. Non offrire una scelta sufficiente
  9. Ordinare di leggere

Riuscite a vedere quale è il filo comune?

Non far leva sul senso di colpa, non cercare di trasmettere un insegnamento, ma stimolare la passione!

I bambini non devono leggere per conoscere, per essere i più bravi o per far piacere ai genitori, né devono associare la lettura al sacrifico e alla rinuncia. Devono leggere perché volare con la fantasia li porta fin sopra le nuvole. Devono leggere per divertirsi, per imparare a immaginare, a sognare.

Ci sarà tempo, da grandi, per studiare. Quando ormai il bambino avrà imparato ad amare le parole e a spiccare balzi con la fantasia. Allora, forse, non si limiterà a leggere, ma proverà anche il desiderio di scrivere. Perché ogni storia, anche la più triste, può essere la porta verso la felicità.

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