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Ricordi scordati

di Enrico Pompeo

Titolo: Qui non crescono i fiori
Autore: Luca Giordano
Editore: Terrarossa Edizioni
Pagine: 210

La vera narrativa non può rassicurare. Deve scuotere, svelare, interrogare. Provocare domande, far venir fuori paure e dolori, per riuscire a nominarli, a iniziare a riconoscerli, ad attraversarli.

Terrarossa Edizioni, marchio nato da pochi anni in Puglia, ma già capace di ritagliarsi un posto significativo nel panorama letterario italiano, si muove in questa direzione. Due le collane: Fondanti, che ripropone libri di autori, ormai introvabili, ma che hanno segnato un periodo, un’epoca e Sperimentali, opere inedite, caratterizzate dall’originalità dei contenuti e della forma.

All’interno della prima categoria si trova questo romanzo di Luca Giordano, uscito nel 2013 e ormai introvabile, riproposto nel 2021. Libro duro, che non fa sconti al lettore, precipitandolo in un vissuto spigoloso e pieno di tensioni fin dalla prima pagina. Si racconta la storia di una famiglia, tutta declinata al maschile: il padre, Mario, i due figli, Damiano, il più grande e Salvatore, il fratello più piccolo. A loro si aggiunge Pietro, amico di Damiano e prezioso aiutante nell’officina meccanica gestita dai tre, che cercano di raggranellare dei lavori in un’isola del Sud, segnata da povertà e rassegnazione.

Della madre non si parla, la sua assenza è una questione sommersa dai silenzi, fino a quando l’arrivo di un cane randagio, che ha fatto la sua tana in una casa abbandonata, segnata dalle tracce di un incendio, non porta con sé, inconsapevolmente, dei segnali di un passato, che nessuno voleva ricordare.

E così Mario, Damiano e Salvatore, ormai abituati a una vita fatta di sudore, poche parole e tanta rabbia repressa, si trovano a dover fare i conti con il rimosso, il non detto, il nero, che, d’un tratto, gli esplodono contro.

Un romanzo scritto in una lingua tagliente, affilata, densa, mai banale, dove quello che succede e viene raccontato è solo la superficie e sta al lettore intuire il peso di quello che sta sotto.

C’è tanto buio in questa storia, molto caldo, rumori e tagli, ferite, sia dell’uomo che dell’animale.

Ci sono anche dei giorni, dei momenti in cui tutto sembra trovare un verso, una direzione, come se si potesse trovare un modo di vivere senza dolore, ma sono parentesi, delle pause in una situazione che, da un momento all’altro, può distruggere se stessa e gli altri

Perché non si può nascondere il dolore, la rabbia, la paura: quelli trovano sempre il modo per uscire e quando sono stati chiusi, nascosti, per troppo tempo, nel momento in cui trovano un varco, nessuno li può più fermare e i danni sono irrecuperabili.

E Salvatore, che di tutti è il più ingenuo, quello più dolce e fragile, è proprio lui a sentire maggiormente e con profondità lo schiaffo della realtà cruda che si svela.

Un libro potente, cattivo, che spinge a guardarsi dentro, dietro la scia dei pensieri e delle emozioni più forti e distruttive. Da non perdere.

Buona lettura!

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