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Il senso della natura di Hemingway… e di Mastrorilli

di Caterina Corucci

Ho scoperto Marco Mastrorilli inciampando nel suo libro “Il senso della natura di Hemingway”, mentre cercavo informazioni sui gatti polidattili di Key West. Marco è un grande esperto dello scrittore americano e lo scambio che ho avuto con lui è stato più che prezioso per il mio articolo. In quell’occasione sono emersi così tanti e curiosità interessanti sulle sue attività letterarie che mi dispiacerebbe non dare un seguito alla nostra chiacchierata. Quindi, eccoci qua.

Sul suo sito ci sono alcune informazioni che riassumono ma non esauriscono quello che è e quello che fa:

Nato a Milano il 29 dicembre 1967, Marco Mastrorilli è ornitologo e fotografo naturalista, specializzato nella ricerca e studio dei rapaci notturni. Da anni si occupa di salvaguardia dei “gufi”. Ha scritto più di 500 articoli divulgativi e scientifici, ha realizzato servizi fotografici per conto di numerose riviste, quotidiani e periodici, sia in Italia che all’estero, e documentari sui rapaci notturni. Svolge attività di ricerca scientifica e partecipa come relatore a convegni scientifici, corsi specialistici e conferenze in Italia e in Europa. Ha scritto numerosi libri sui rapaci, ma non soltanto. C’è anche questa passione per Hemingway, quasi una fissazione, come dice lui.

  • Gufi e Hemingway, due passioni così diverse. Perché proprio i gufi? E perché proprio Hemingway? Anche tu come lui, hai uno spiccato senso per la natura e un amore per la scrittura; è forse per questo che ti sei avvicinato a lui?

Buongiorno Caterina. In questa domanda c’è l’essenza di una parte importante della mia vita. I gufi sono da oltre 35 anni la mia passione che è divenuta anche la mia professione e quindi sono la mia vita. Di fatto faccio il “gufologo”!  Pensa che ho accompagnato oltre 18 mila persone di notte, come guida, a vedere a ascoltare i rapaci notturni ed ho pubblicato 28 libri dei quali la maggior parte dedicati a loro e nel 2015 sono stato premiato in America come miglior esperto mondiale di gufi. L’amore incondizionato per questi animali si lega ad un fascino discreto nelle loro abitudini elusive e magnetico per tutto quello che l’evoluzione li ha portati a fare. Infatti sono predatori notturni con aspetti morfologici perfettamente adattati alla vita notturna. Il mio amore per la natura e questa nuova passione per Hemingway stride agli occhi di alcune persone che mi seguono. Per la maggior parte delle persone, Ernest Hemingway viene visto e considerato come un uomo sbagliato, un modello negativo in virtù di suoi vizi (alcool, donne) e passioni violente (caccia, pesca, corrida). In realtà ai miei occhi è il più grande scrittore di sempre, immenso nel suo stile, irraggiungibile ma chi studia la sua vita, ne comprende meglio le fragilità e il giudizio sull’uomo e il personaggio non può esimersi da una giusta contestualizzazione storica. Quando è vissuto Hemingway il mondo era diverso. Io sento alcune analogie sul suo amore per la natura che era fortissimo nel romanziere americano e naturalmente sulla scrittura. Robert Fleming nel saggio Hemingway and the Natural World ha affermato: “Ci sono pochi scrittori che hanno un rapporto più stretto con la natura di quanto non lo abbia Hemingway.” Ma proprio leggendo e studiando la narrativa di Hemingway mi rendo conto di quando sia tecnicamente inarrivabile ancora oggi e al tempo stesso molto attuale.

  • Da quanto tempo lavori su Hemingway?

Ormai sono quasi 8 anni che mi dedico allo studio e alla ricerca sulla vita di Hemingway e devo confessarti che la sua vita, le sue opere riescono sempre a sorprendermi. Probabilmente è uno degli scrittori più studiati nel mondo:  sono centinaia i libri dedicati a lui, al suo stile di scrittura, alla sua vita, migliaia di articoli e nonostante oggi sia ritenuto da alcuni un autore scomodo, auspico sempre che possa essere rivalutato poiché è in realtà attualissimo. Se leggete il suo breve racconto Vecchio al ponte, ad esempio,  spedito al suo editore via telegrafo dal campo di battaglia in Spagna, durante la guerra civil, ritroverete un capolavoro che sembra scritto per l’attuale guerra in Ucraina. Hemingway è uno scrittore modernissimo, basti pensare che la sua teoria dell’iceberg o lo show dont’ tell che usava con maestria sublime sono la base di tutte le moderne scuole di scrittura creativa.

  • Quanto materiale possiedi su di lui? Lo hai quantificato?

È una bella domanda, ma la risposta è in continua evoluzione, nel senso che ormai posso definirmi un collezionista di libri di Hemingway con quasi 450 libri scritti da lui e monografie, saggi, libri illustrati dedicati alla sua vita. Ovviamente, poiché le opere di Hemingway sono in realtà poco più di una ventina, la mia collezione è un compendio di opere ed edizione diverse. Pensate che Hemingway negli anni ’20 definì Mussolini il grande bluff d’Europa e descrisse la ritirata e la disfatta di Caporetto nel suo celebre romanzo Addio alle armi. Questo fu sufficiente per una censura totale da parte del regime fascista. Nonostante le edizioni in America e nel mondo, il suo primo romanzo Fiesta è uscito nel 1926, Addio alle Armi nel 1929 e a seguire molti altri successi; in Italia dobbiamo attendere il 1944 quando una casa editrice romana, Jandi Sapi, pubblicò in modo clandestino alcune opere di Hemingway.

Due edizioni clandestine pubblicate da Jandi Sapi

La stessa cosa fece un altro editore Elios con l’antologia di racconti Uomini senza donne. Con la conclusione della seconda guerra mondiale, le norme introdotte sul diritto d’autore divennero più rigide e le opere clandestine di Hemingway furono contrastate da Arnoldo Mondadori che aveva insieme ad Einaudi (all’epoca non era un marchio della galassia Mondadori) il diritto per pubblicare alcune opere di Hemingway.

I libri del futuro Nobel americano finalmente furono dati alle stampe e trovarono subito terreno fertile per divenire alcune delle opere più vendute nel nostro Paese. Per questo motivo nella mia collezione trovano spazio le rarissime edizioni clandestine di Elios e Jandi Sapi, ma anche le prime edizioni della collana Medusa (Mondadori) ed I coralli (Einaudi) che portano alla ribalta opere meravigliose come Addio alle armi, I quarantanove racconti, Fiesta, Morte nel pomeriggio e negli anni ’50 anche Il vecchio e il mare. Tra i libri della mia collezione ci sono però anche libri preziosi come le prime edizioni, prima stampa, di Per chi suona la campana, Isole nella corrente, Festa mobile che furono pubblicati da uno degli editori del Novecento più famosi: Scribner’s and Son. Una casa editrice americana che pubblicò tra gli altri Francis Scott Fitzgerald, Thomas Wolfe, Don De Lillo e Stephen King. Scribner fu l’audace editore che lanciò Hemingway, anche grazie al talento del più famoso editor di tutti i tempi, Max Perkins celebrato nel film The Genius.

“Isole nella corrente” nella prima edizione americana

Il primo romanzo pubblicato da Hemingway si intitolava The Also Sun rises, che in Italia è stato tradotto come Fiesta, e il romanziere americano deve questa svolta editoriale e della sua carriera ai buoni uffici dell’amico Francis Scott Fitzgerald che presentò proprio a Max Perkins, il giovane e futuro nobel americano.

Un’altra curiosità sui libri di Hemingway è che nel 1948 firmò un accordo esclusivo con Arnoldo Mondadori, e quando fu deciso di lanciare una collana rivoluzionaria come gli Oscar Mondadori che per la prima volta arrivano in edicola, ritroviamo ancora Hemingway protagonista. Il numero 1 di questa iconica collana che oggi ha superato i 13 mila titoli, fu proprio Addio alle armi!

Ovviamente nella mia collezione ci sono centinaia di libri ma anche edizioni rare di riviste, uscite negli anni ’40 e ‘50 come Epoca, Life, Il Tempo che riportano proprio Hemingway in copertina. 

  • Fai parte di un’organizzazione americana che si occupa, tra varie altre cose, di documentare, studiare e catalogare tutto il materiale letterario conservato, compresi vari inediti che periodicamente saltano fuori da bauli sperduti e dimenticati. Come è che da semplice appassionato di Hemingway si diventa membro della The Hemingway Society?

The Hemingway Society è nata per studiare e gestire il grande archivio donato dalla quarta moglie Mary Welsh ed ora disponibile presso la JFK Library, una delle biblioteche più importanti al mondo. Se studi Hemingway questa associazione ti permette di restare informato sulle ricerche, in alcuni casi collaborando fornendo informazioni a ricercatori che da tutto il mondo cercano di trovare nuove fonti per conoscere meglio questo grande autore.

  • Nella tua vita hai sempre fatto questo genere di cose, oppure…?
Marco Mastrorilli al Museo Hemingway di Bassano del Grappa

Ho da sempre una forte curiosità. La mia vita professionale è legata allo studio e alla divulgazione della biologia ed etologia dei gufi, ma amo la storia e anche molti oggetti di origine industriale del Novecento. Infatti colleziono macchine da scrivere alcune di queste sono i modelli storici usati da Hemingway come la Hermes Baby con la quale scrisse in parte Il Vecchio e il mare e la Corona Model 3, una macchina leggendaria che ho comprato qualche anno fa, realizzata nel 1916 oltre un secolo fa, ma ancora oggi funzionante. Amo anche gli strumenti di scrittura a mano come le matite più famose del mondo le Black Wing, le stesse usate da Nabokov per Lolita, da Chuck Jones che creò i personaggi mitici dei Looney Tunes e da Steinbeck che la definì la matita migliore del mondo. E naturalmente le stilografiche che uso anche in alcuni miei corsi. Pensate che accompagno le persone nei boschi con i miei corsi di scrittura a scrivere tra gli alberi con pennini e boccettini d’inchiostro.

  • Per l’appunto, ho visto sulla tua pagina Facebook che fai dei laboratori di scrittura nel bosco. Di che cosa si tratta?

Scrivo per giornali e pubblico libri di natura da oltre 30 anni, sono il direttore del Green Book un premio letterario naturalistico e di una rivista letteraria: questo mi ha portato sovente a trasmettere questa mia passione per il mondo editoriale ed è per questo che oggi realizzo percorsi di scrittura nel bosco.

Il 29 settembre sono stato ospite del Festival della Biblioterapia a Laveno Mombello per una full immersione di scrittura nel bosco con la stilografica e poi a metà ottobre si replica, ma questa volta con una due giorni dedicata alla scrittura naturalistica in una baita in un bosco selvaggio a 1500 metri, a pochi minuti dal Passo del Mont Cenis in Francia. Un luogo magico per vivere in primis un’esperienza che sono certo coinvolgerà i partecipanti. In entrambi gli eventi i posti sono andati esauriti in poco tempo, ma replicheremo e sul mio sito www.mastrorilli.it ci saranno gli aggiornamenti.

  • Nella nostra precedente chiacchierata abbiamo trattato, spesso anche solo accennandoli, diversi aspetti Hemingway. Vista la tua competenza ci piacerebbe ci parlassi della relazione fra l’Hemingway scrittore e quello bevitore, o cacciatore, o amante degli animali, o amante delle donne. Certamente gli argomenti non saranno esauribili all’interno di una piccola intervista, e se sei d’accordo potresti scrivere qualcosa per noi ogni tanto, per capire, se mai possibile, Hemingway a 360 gradi. Ma se credi, puoi anticiparci qualcosa.

La vita di Hemingway è talmente ricca di spunti che si potrebbero fare serie TV di molte stagioni e questo mi permette di avere sempre spunti nuovi, curiosità da scoprire. Se il fascino di Hemingway mi ha certo ammaliato devo riconoscere che è la scrittura l’aspetto che più di ogni altro mi attrae irresistibilmente. Leggendo in lingua originale Hemingway emerge persino una metrica quasi musicale, nell’uso delle parole. La scrittura è sorvegliatissima, Hemingway si approccia al foglio bianco scrivendo con una struttura paratattica. L’uso delle subordinate è studiato e per questo le frasi non appesantiscono mai il periodo, ma anzi ne evidenziano la potenza evocativa attraverso uno stile coinciso.

Infine voglio raccontarvi del mio nuovo libro su Hemingway presentato al salone del libro di Torino a maggio. È un libro curioso perché dedicato ai bambini: scritto a 4 mani con Alessandra Gumiero, illustrato magistralmente da Barbara Ferrari è un libro dai risvolti gialli, divertente che ci propone Hemingway ma anche i personaggi della Lost Generation, la generazione perduta che divenne celebre nella Parigi degli anni ’20. Una favola che introduce i ragazzi a conoscere personaggi come Hemingway, Fitzgerald, Joyce, Picasso… Un’opera divertente dal titolo Il mistero della matita di Hemingway (Argentodorato editore).  E quasi dimenticavo: sarà un piacere scrivere qualche articolo per la vostra bella rivista.

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